Review from Aristocrazia Webzine
September 1, 2020From: Aristocrazia Webzine
Published: August 4, 2020
È passato qualche anno dall’uscita di Nur Ein Moment…, il primo atto di un concept esistenzialista ideato dai tedeschi Frigoris, e in quest’arco di tempo la creatura di Dominik Winter non se n’è stata con le mani in mano. Dopo aver realizzato uno split coi conterranei Asator e aver preso parte alla mega-raccolta organizzata dalla propria etichetta, il quartetto di Essen ha portato a termine il viaggio iniziato nel 2016 con … In Stille, pubblicato quest’anno sempre tramite la canadese Hypnotic Dirge Records.
Concettualmente, l’arco narrativo inaugurato dal suo predecessore trova una perfetta conclusione all’interno dell’ora e spiccioli di musica, entrando ulteriormente nel dettaglio del rapporto tra il personaggio principale e il suo Sé, in un dialogo che si articola a più riprese tra Protagonista, Ens (equivalente latino per la forma greca ὤν) e Lichtträger, il portatore di luce. All’interno di questa trama, poi, fanno la loro comparsa anche le figure di Himeros e Fides (in “Stimmen Im Regen”, in italiano parole nella pioggia), i cui nomi ci riportano indietro di qualche millennio e si ricollegano direttamente al pantheon greco-romano, in cui il primo rappresentava la personificazione dell’incontrollabile desiderio amoroso e il secondo la cosiddetta buona fede da mantenere e rispettare tra gli individui. Tutt’altro che elementi casuali, mi viene da pensare, visto il passato pagan black del quartetto: la creatura di Winter e soci ha perso il pelo ma non il vizio.
Dal punto di vista prettamente musicale, invece, il quarto album dei Frigoris ci mette davanti una scaletta decisamente molto corposa: superare i sessanta minuti con la seconda parte di un concept atmospheric black metal, tendenzialmente, abbassa in maniera drastica le speranze che il disco si riesca ad ascoltare da cima a fondo senza distrazioni. Se i tedeschi avessero scelto di cantare in inglese, immagino sarebbero riusciti in questa durissima impresa, ma ammetto che — da non-germanofono — mantenere l’attenzione alta per tutta la durata dell’opera non è stato sempre semplicissimo, così come non lo è stato capirne a dovere i contenuti tematici. Ciò detto, però, va tassativamente riconosciuto alla band un merito: … In Stille è musicalmente davvero bello. La miscela di black metal, atmosfere cupe e sensazioni talvolta al limite del post- è stata decisamente raffinata rispetto al passato, e le soluzioni messe in gioco risultano in questo caso estremamente soddisfacenti, tanto nelle rese più sfrenate quanto nei momenti meno concitati, dedicati alla costruzione di paesaggi sonori struggenti.
Dall’apertura in crescendo di “Aurora Stirbt” (“aurora muore“, il pezzo che segna l’inizio del Kapitel III dell’arco narrativo) fino all’epica suite-epilogo “Die Gleise An Denen Wir Starben” (“i binari sui quali siamo morti“) passando per l’evocativa “Scheideweg” (“bivi“), … In Stille ci regala una performance estremamente sentita e sofferta: un’ora di dialogo e introspezione alla ricerca del senso della vita e dei motivi della morte, sia essa scelta o meno, che si chiude sulle note del violoncello di Maximilian Stiefermann, bassista e voce pulita dei Frigoris.
La strada intrapresa nell’ormai lontano 2016 dal gruppo di Essen è giunta finalmente al termine e — devo dirlo — nel migliore dei modi possibili. … In Stille è un album feroce e passionale, introspettivo e calcolato, che ci racconta di tutti gli esiti possibili e dell’unico reale finale possibile per il Protagonista dopo la morte di Aurora. Il quarto disco dei Frigoris è un’opera facilmente apprezzabile, l’unico prerequisito è gradire l’atmospheric/post-black metal à la Karg.
Reviewed by: Oneiros
Posted by Nick Skog. Posted In : Italian