From: Aristocrazia Webzine
Published: November 14, 2016
Secondo capitolo discografico per Subterranean Disposition, progetto solista del musicista australiano Terry Vainoras che si ripresenta a quattro anni di distanza dal debutto con "Contagiuum And The Landscapes Of Failure". Ancora una volta la proposta è ostica, poiché il classico mondo del doom-death metal sta stretto all'artista, che preferisce esplorare territori di confine e tentare di trascinare l'ascoltatore in un una dimensione quantomeno propria, talvolta riuscendo in pieno altre non del tutto,.
Impossibile non riconoscere al disco il fatto che canzoni come "Wooden Kimono Fixative" e "Aggressors Clothed As Victims" godano del valore aggiunto della voce pulita di Daniel Lucas (la prima) e del sax (entrambe), così come trovo sia stato indovinato il fascino e l'atmosfera orientaleggiante di "Embittered", frutto del supporto dell'artista iraniana Gelareh Pour (voce, kemanchech e qeychak).
Non è comunque oro tutto ciò che riluce, Vainoras infatti avrebbe potuto osare di più: da un lato sono apprezzabili le incursioni in territorio sludge di "All Roads Lead To Perdition" e quelle maggiormente di stampo My Dying Bride incluse in "A Lifelong Slumber"; dall'altro si ha però la netta sensazione che non sia riuscito ad andare oltre, avrebbe forse potuto aumentare il tasso d'importanza della componente folcloristica o immettere nuovamente quelle strane cadenze quasi industriali di "Seven Sisters Of Sleep", elaborandole ulteriormente. A conti fatti, questo "Contagiuum And The Landscapes Of Failure" è sicuramente un buon disco, ma incapace di andare oltre quanto già espresso in quel primo album che mi aveva fatto apprezzare il progetto.
Subterranean Disposition è una realtà che si conferma interessante e dal discreto fascino, trascinandosi dietro vari e piccoli difetti da limare o eliminare, tuttavia mette sul piatto una serie di brani che ancora una volta potrebbero ricevere attenzione sia dagli amanti dell'area più classica del doom-death metal che da quelli abituati alle atmosfere e agli sviluppi segnati dalla contaminazione. A mio parere la band potrebbe infatti piacere a entrambi gli schieramenti, così come vederli concordi nel colpevolizzare nuovamente la natura non chiaramente definita della scaletta quale onerosa pecca di "Contagiuum And The Landscapes Of Failure". Per dire la vostra non rimane altro che cimentarsi in un doveroso e approfondito ascolto.
Reviewed by: Mourning