From: Disfactory Webzine
Published: July 16, 2015
Con la calma che la contraddistingue l’Hypnotic Dirge Records arriva solo oggi, -dopo diversi anni dalla fondazione- al rilascio del suo primo vinile. L’occasione è ghiotta, limitata (appena 100 copie disponibili) e certamente speciale, l’attenzione dell’etichetta è ancora una volta chirurgica e fautrice del motto: “se le cose devono essere fatte, che vadano fatte al meglio“. Dalla “strada” di casa vengono così raccolti gli Altars of Grief e i Nachtterror, entrambe le formazioni orbitano nelle vicinanze “fisiche” dell’etichetta stessa. Le intenzioni in questo modo si fanno via via sempre più chiare, alla radice nasce la voglia di lanciare “nuova linfa” canadese, le possibili stelle del prossimo futuro, e quale modo migliore di farlo se non così? in una parola sola: “eleganza”.
Le band implicate sono intente a muovere i primi passi che realmente contano. Gli Altar of Grief sono tuttavia maggiormente “vissuti” dall’alto del loro primo full-lenght (This Shameful Burden, 2014), mentre i più vecchi all’anagrafica Nachtterror hanno alle spalle solamente due ep. Con questi pretesti ci accingiamo ad entrare nelle viscere di Of Ash and Dying Light, split che ci terrà compagnia per tre lunghi quarti d’ora (a tutte e due le figure piace andare per le lunghe quando si tratta di comporre).
L’apertura è affidata ai Nachtterror, a loro va anche la fetta più consistente di tempo impiegato (26 minuti). Suonano un black metal dai sensi tanto asettici quanto sinfonici, nel parlare di loro si potrebbe tirare un linea con dentro Dimmu Borgir–Arcturus–Dodheimsgard, la decisione con la quale eseguono le loro parti si fa subito evidente, bravi nel creare vortici (questo sia quando “picchiano” che quando “distendono” l’atmosfera) per trascinare magneticamente ogni cosa nelle vicinanze. La doppia faccia vocale affascina, violenta e persuade, mentre la musica mantiene quel “non so che di grezzo” (e ancora da svezzare) dal pieno fascino assicurato.
I tre brani firmati Altars of Grief si sono accalappiati facilmente le mie preferenze, la loro musica gioca più sull’interpretazione (non vi sarà difficile riconoscere alcuni momenti alla Primordial o litanie in linea all’operato dei My Dying Bride) e sulla dilatazione dei secondi. Eleganti ed austeri, concedono tutto su impennate dall’alto tasso emozionale. Anche qui la voce agisce per mezzo di due abiti distinti, uno fatto di sofferenza, mentre l’altro avanza fiero e malinconico. La loro musica vive e orbita nei pertugi che si formano quando cerchi di suonare una musica epica ma al contempo dolorosa. Pura evocazione per “spiriti in decadenza”.
La versione digitale del disco prevede due canzoni in più per i Nachtterror e una per gli Altars of Grief. Sul vinile “appena” due brani (per lato) per uno, compensati però dalla bellissime copertine.
Reviewed by: Duke "Selfish" Fog